SAVERIO ADDANTE COMMENTA I RISULTATI DELLA RICERCA CONDOTTA DA ASSIRM PER CONTO DI CONFINDUSTRIA INTELLECT SULLE CONDIZIONI ECONOMICHE ATTUALI E PROSPETTICHE DELLE FAMIGLIE ITALIANE.
Per il 41% delle famiglie italiane i prossimi mesi sono fonte di grande preoccupazione, non c’è visibilità sulla possibile ripresa economica e ci aspettano mesi di incertezza tranne che per un aspetto: le spese intaccheranno anche i risparmi. E’ questo il quadro che emerge dalla ricerca condotta da Assirm sulle condizioni economiche attuali e prospettiche delle famiglie italiane. Ne parliamo con Saverio Addante Presidente di Confindustria Intellect.
La situazione è drammatica – afferma Saverio Addante Presidente di Confindustria Intellect – perché nessuno dice ancora apertamente come stanno realmente i fatti.
L’Italia sta andando incontro alla stagnazione ovvero una situazione di stallo in cui le industrie non producono perché i costi sono più alti dei ricavi ma, dall’altra parte i clienti non comprano e non chiedono perché non hanno soldi da spendere.
Lo scenario che ne consegue è desolante perché si crea un effetto a catena per cui si riducono gli assortimenti a scaffale, i consumatori fanno economia riducendo i carrelli della spesa, le industrie di conseguenza fermano le produzioni e mandano in cassa integrazione i dipendenti aggravando la situazione occupazionale.
Stagnazione causata dalla crisi energetica.
La guerra, il conseguente caro-energia di cui abbiamo di recente discusso sono certamente il fattore scatenante di questa crisi ma la recente instabilità politica del nostro Governo ha aggravato pesantemente la situazione e i dati ce lo confermano.
Nei giorni scorsi Assirm, Associazione facente parte di Confindustria Intellect assieme a UNA e Retail Institute, ha condotto un’indagine sulle condizioni economiche attuali e prospettiche delle famiglie italiane e il dato emerso è preoccupante.
Gli italiani sono convinti di dover tagliare qualunque spesa non essenziale: vacanze, abbigliamento, spese per le palestre o centri benessere, libri, assicurazioni, fino ad arrivare agli abbonamenti come le pay TV o lo streaming.
Tutto ciò che non è strettamente necessario verrà limitato per dare precedenza alle spese indispensabili come le bollette, i mutui e le spese alimentari.
Torneremo a cucinare a casa come nel lockdown?
Anche, ma in modo diverso. Durante il lockdown eravamo chiusi in casa ma con il portafogli ancora pieno, è vero c’era la cassa integrazione ma gli ammortizzatori sociali hanno funzionato e gli italiani hanno compensato la limitazione della libertà con gli acquisti compulsivi tra le corsie dei supermercati fisici e online. Questa volta è diverso, cucineremo in casa perché dobbiamo risparmiare. Estremizzando la situazione, rischiamo di finire come i paesi dell’est, dove per mettere un pasto saziante a tavola per una famiglia intera basta comprare alimenti basici dal basso costo e dal rendimento alto come pasta, legumi e patate.
Per fortuna non siamo a questo punto, ma la tendenza è comunque quella di scegliere con oculatezza cosa comprare e ridurre sprechi e capricci a beneficio di ciò che è essenziale.
Le promozioni assumeranno un ruolo determinante nel bilancio delle famiglie?
Il ruolo delle promozioni sarà cruciale ma non solo per le famiglie, lo sarà anche per le Insegne. Quello che sta venendo meno è la fedeltà dei consumatori alla marca e di conseguenza anche alle Insegne. In questo momento il “prodotto preferito” se costa di più, resta sullo scaffale.
Allo stesso modo verranno scelte le Insegne capaci di fare più promozioni o, ancora meglio, quelle che saranno capaci di fare le promozioni che i consumatori si aspettano anche dalla Marca.
Cosa altro preoccupa gli italiani?
I risparmi. Sino ad ora, come dicevamo, gli italiani hanno contato sugli ammortizzatori sociali ma nei prossimi mesi temono di dover intaccare i risparmi di una vita. Ed è un fallimento di tutto il nostro sistema, gli italiani sono storicamente un popolo di risparmiatori, lavorano e mettono da parte denaro per garantire un futuro sereno ai propri figli e questo aprirebbe un altro capitolo molto lungo su come i giovani si rapportano al lavoro oggi.
Ma restando sul tema, i dati ci dicono che le entrate di un italiano medio, oggi, non coprono le spese e se, come ci si aspetta, l’inverno porterà delle bollette ancora più pesanti, finiremo per intaccare il tesoretto dei risparmi per pagare le bollette.
Per un lavoratore tutto questo è inaccettabile e per noi imprenditori è desolante perché sappiamo bene che i nostri dipendenti sono demotivati, d’altro canto non possiamo intervenire aumentando gli stipendi perché anche per noi i conti virano al rosso e la prospettiva non è di crescita ma di crisi.
Come diceva poc’anzi Intellect si è già mobilitata a favore delle aziende della GDO affinché il Governo intervenga.
Intellect rappresenta anche Retail Institute e ha raccolto la richiesta di aiuto delle aziende della Distribuzione Moderna che, oggi, non sono più in grado di assorbire i costi dell’energia.
Nessuno pensa che un supermercato vive di energia, frigoriferi, congelatori, illuminazione, tutto richiede consumi enormi di energia elettrica sulla quale non si può fare economia, pena la corretta conservazione degli alimenti. E a questi aumenti si aggiungono quelli delle forniture perché non ci dimentichiamo delle materie prime che oggi costano molto di più.
Sino ad oggi la GDO ha assorbito questi aumenti evitando di scaricarli a terra, ovvero sul consumatore, ma oggi non è più possibile. A scaffale abbiamo già iniziato a vedere i primi aumenti, anche sui beni di prima necessità, ma è nulla rispetto a ciò a cui potremmo assistere se il nascente Governo non interverrà celermente. Assorbire ulteriori aumenti non è possibile, d’altra parte, se la GDO aumenta i prezzi degli alimentari il paese sprofonda.
Cosa può fare ancora Intellect?
Informare prima di tutto. Questa ricerca, condotta da Assirm, è la prima di una serie di interrogazioni che le nostre Associate intendono fare per monitorare il sentiment degli italiani. E sappiamo bene che qualunque decisione strategica parte da una base di dati.
Parlare come seconda cosa. Lo abbiamo già fatto e continueremo a farlo, siamo parte integrante di Confindustria e portiamo la voce dei Retailer da una parte e dei comunicatori dall’altra.
Ci troviamo in una posizione privilegiata per ascoltare gli italiani, gli imprenditori e abbiamo gli strumenti per farci ascoltare e intendiamo dare il nostro contributo per uscire da questa stagnazione.